VALLE DI FONTENO – DOMENICA 27 SETTEMBRE 2020

Partecipanti: Greppi Maurizio (PS/SC Lovere), Rescali Laura (PS), Efrem Verderio (PS), Caròl Verderio (PS)

Obiettivo: perlustrazioni in Cargadura e Monte Pendola

Dopo la bella esplorazione di Venerdì 25 nell’Abisso Nueva Vida, sabato tiriamo il fiato e, senza indugi, decidiamo per un giro in esterna in valle di Fonteno per la Domenica.

La cosa nasce quasi per caso: l’idea iniziale è semplicemente quella di darsi appuntamento nella tarda mattinata in valletta presso l’ingresso di Bueno Fonteno per lavare tute, sacche e attrezzature nel torrente (abitudine che ormai ha preso molto piede!) per poi, se il meteo lo consente (prevista pioggerellina nel pomeriggio) eventualmente puntare a due possibili obiettivi: uno è quello di andare in direzione Monte Sicolo per prendere di mira un altro degli ingressi collegati al sistema, l’altro di farsi un giro in zona Monte Pendola e limitrofi.

Inizialmente il programma prevede il ritrovo in valletta per la seguente squadra: io, Efrem, Caròl e Laura.

Poi, essendo il meteo incerto, facciamo un ragionamento diverso: io, Efrem e Caròl, abitando tutti tra Fonteno e Solto, non abbiamo niente da perdere e quindi ci troviamo per il lavaggio attrezzature e, solo se il tempo regge, faremo la nostra perlustrazione nel pomeriggio.

Laura, più mattiniera, si propone per un giro sulla Cargadura, anticipando il possibile maltempo. E’ una zona che lei non ha praticamente mai visto ed essendo potenzialmente “tattica” in caso di ritrovamento di ingressi la scelta ci sembra saggia: così non corre il rischio di venire fino a Fonteno per poi, in caso di pioggia, doversene tornare a casa con un niente di fatto.

E così salta fuori un’altra bella domenica di speleologia con amici…bello!

Alla fine il ritrovo viene posticipato al primissimo pomeriggio e, verso le 15:00, a lavaggio attrezzature completato, optiamo per il giretto in zona Monte Pendola. I tempi sono troppo ristretti e attaccare un nuovo ingresso con tutti i crismi richiede un pò di organizzazione ed il trasporto di un pò di peso…tutto sommato siamo già in valletta, basta allungare un attimo ed arrivare fino al Dos e, da lì, incammincarci verso il Pendola.

Appena prima di salire sul fuoristrada transita uno dei tanti simpatici proprietari di cascine della zona, che non vedevo da un pò. Dopo 2 chiacchiere ci fa una interessante segnalazione di un buco in zona di cui non avevamo mai sentito parlare prima. Sicuramente da verificare a breve…

Seguiamo il breve tratto di sterrato e, superata una cascina, proseguiamo ancora un tratto, poi decidiamo di parcheggiare l’auto e andare a piedi.

Il Monte Pendola è sicuramente interessante: è stato negli anni poco perlustrato e molte aree sono rimaste non battute. Eppure trovare un ingresso su questo panettone montuoso sarebbe  sicuramente interessante e potenzialmente utile per accedere ad aree remote del complesso. Ed osservandolo in certe ore del giorno, con luce radente, si vedono qua e là numerose doline fare capolino…

Le scarse ricerche in zona effettuate negli anni scorsi non hanno prodotto grandi risultati. Sentieri lasciati un pò andare…grandi prati ricchi di copertura…e boschi privi di grandi affioramenti calcarei.

Mica semplice.

Meglio quindi optare per le pendici del monte e dei monticelli vicini, seguendo le vallette: lì le bancate sono evidenti e davvero massicce, più facile trovare ingressi.

E in effetti seguiamo la valle, che in parte avevo già percorso anni fa, per le prime centinaia di metri. Lungo l’alveo sono numerosi i fenomeni potenzialmente interessanti ma tutti privi di corrente d’aria. Toppi.

Il paesaggio, in compenso, è fantastico. Sembra di essere nel Giurassico, tra liane e piante cadute ti aspetti di vedere uno pterodattilo che svolazza dietro le fronde degli alberi…

Ad un certo punto decidiamo di tagliare su per i boschi. Classico andamento a pettine: sempre a portata di voce ma distanziati di una ventina di metri. Uno a destra, uno in mezzo ed uno a sinistra. La progressione è comunque semplice, pochi rovi e sterpaglie e pendenze sempre accettabili.

Ad un certo punto arriva pure un pò di pioggia. Risaliamo circa 200 metri di dislivello, arriviamo praticamente fino alla sommità del panettone montuoso preso in esame senza trovare niente di interessante. Praticamente assenti gli affioramenti.

Peccato che gli orari rispetto a Laura siano sfasati altrimenti saremmo stati distanti forse meno di un km in linea d’aria.

Scendiamo seguendo un grande avvallamento, una specie di valletta secondaria priva di torrente.

Niente di niente.

Facendo una specie di giro ad anello, poco prima di arrivare alla macchina, troviamo una sorgentella nell’ennesima valletta (portate inferiori al litro al secondo). Non particolarmente interessante.

Alla fine, questa volta torniamo a casa a mani vuote. Letteralmente…nemmeno un pò di funghi!!!

Torneremo comunque a breve per proseguire le perlustrazioni.

Anche Laura comunica di non aver trovato niente di significativo sulla Cargadura.

Va beh, pace.

Non avevamo grandi pretese da questa domenica pomeriggio autunnale ma un altro piccolo settore è stato battuto. E girare in valle a Fonteno è sempre bellissimo. A prescindere che si trovino o meno funghi o grotte.

E quella segnalazione di quel simpatico signore…chissà…

Maurizio