Luogo: Fonteno

Grotta: Abisso Nueva Vida

Data: Sabato 17-10-2020

Partecipanti: Gianluca Perucchini (PS/SC Lovere), Giorgio Pannuzzo (GSB Le Nottole), Lorenzo (GSB Le Nottole), Gabriele (GSB Le Nottole), Maurizio Greppi (PS/SC Lovere), Claudio Forcella (PS/GS Valle Imagna), Laura Rescali (PS/GS Valle Imagna), Francesco Rota (PS)

Obiettivo: rilievo ed esplorazione Ramo Locomotiva

Giornata “ferroviaria”: Locomotiva, Vagone e Tender!

Ormai la curiosità di esplorare il nuovo ramo/settore “Locomotiva” scoperto nell’Abisso Nueva Vida è tanta e il fatto di aver dovuto rinunciare per il forte maltempo due settimane prima (era il Weekend del 3-4 Ottobre), annullando l’esplorazione già pianificata (nei dettagli) non ha fatto altro nel frattempo che alimentare tale curiosità.

La tentazione era forte già per il weekend successivo del 10-11 ma le ulteriori piogge previste per quel weekend e la sensazione che comunque il regime idrico interno potesse essere ancora troppo elevato hanno spinto una squadra Nottole/PS a ripiegare all’importante lavoro di allargamento dei primi metri del meandro della giunzione (il cui nome è “Contr’Aria”, vedi report dedicato).

Decidiamo di riprovarci Sabato 17 Ottobre accordandoci anche con gli amici delle Nottole che pian pianino stanno sempre più prendendo confidenza con il grande complesso.

Siamo consapevoli che nell’abisso ci sarà un bel pò d’acqua ma niente che possa pregiudicare gli obiettivi che ci siamo posti ovvero:

– rilevare il nuovo esplorato la volta scorsa;

– scendere il nuovo pozzo per verificare se effettivamente riconduce al ramo “Trio Medusa”;

– sistemare l’armo che sale dalla Sala dei 3 Fiumi;

– raccogliere un pò di materiali audio/video;

– ovviamente proseguire le esplorazioni superando la verticale con cascata verso monte che si incontra lungo Locomotiva.

Oggi siamo io (Maurizio), Claudio, Laura, Gianluca e Francesco (alla sua prima esplorazione dopo la sua recente elezione al Consiglio Direttivo!) della compagine Progetto Sebino/Speleo CAI Lovere/Gruppo Speleologico Valle Imagna mentre per le Nottole sono presenti il Pannuz, Lorenzo e Gabriele.

Vista l’aria che tira sul fronte pandemico (anche se nel momento in cui scrivo la situazione non era allarmante come quella attuale), essendo ben in 8, ci preoccupiamo di organizzare le squadre limitando davvero allo stretto necessario i contatti e la promiscuità tra i due gruppi.

Quindi prepariamo il materiale il giorno prima già opportunamente diviso in sacche praticamente pronte in modo da evitare contatti durante i preparativi in valletta (e con due trapani e relativi kit, tutto doppio). Poi decidiamo volutamente di suddividerci in 3 fuoristrada diversi, indossando le mascherine durante il tragitto lungo lo sterrato a salire in valle.

Arrivati sul posto ci prepariamo tenendo le distanze…purtroppo per i selfie di gruppo tutti abbracciati ahimè dovremo aspettare!

Infine entriamo in due gruppi scaglionati, dandoci una distanza di circa 30 minuti l’uno dall’altro.

I primi a entrare siamo io, Claudio, Laura e Francesco.

Aria all’ingresso evidente ma non tantissima.

E’ subito evidente che il regime idrico interno è abbastanza elevato anche se, come da previsione, ben lontano da livelli che possano destare la minima preoccupazione.

In circa un’ora siamo alla Sala dei Tre Fiumi.

Laura procede subito verso Curva Salina e poi a Locomotiva seguita da Francesco, scalpitante di vedere il nuovo ramo scoperto.

Io supporto Claudio che si dedica al rifacimento dell’armo, lungo una via di progressione completamente nuova, che dal salone conduce verso Curva Salina.

Poi ci dedichiamo al rilievo che decidiamo di riprendere dal caposaldo al centro della sala.

Quindi raggiungiamo Laura e Francesco proprio mentre il secondo gruppo sta arrivando nella Sala dei Tre Fiumi.

Francesco, guidato da Laura, ha già avuto modo di percorrere tutta la tratta nuova appena scoperta ed è entusiasta.

Ci comunicano però qualche perplessità in merito alla possibilità di effettuare la risalita verso monte: la cascata è davvero copiosa, la roccia non sembra buonissima e con ogni probabilità sarebbe una vera doccia per risalitore e assicuratore.

Valutiamo di aspettare che ci raggiunga il secondo gruppo con cui, seppur a distanza, dobbiamo coordinarci un pò.

Li aspettiamo nella saletta sopra Curva Salina, al bivio.

Andando per priorità e volendo procedere con ordine, decidiamo che io e Claudio proseguiremo nell’effettuazione del rilievo, supportati da Laura e Gianluca che, oltre a gestire le sacche, ci agevoleranno il passaggio smazzettando dove serve. Inoltre, Gianluca si offre di scendere il pozzo con cascata che ci aspettiamo possa ricondurre al ramo Trio Medusa.

Viste le perplessità sulla risalita principale e per evitare di trovarci tutti nello stesso ramo, la squadra Pannuz-Lorenzo-Gabriele invece supporterà il buon Francesco desideroso di tentare un’altra risalita, ovvero quella che, proseguendo in direzione opposta rispetto a Locomotiva, si diparte dal bivio/saletta dove comincia il nuovo settore (ovvero appena sopra le 3 risalite di Curva Salina).

La risalita è di pochi metri, dalla via scende anche un bel pò d’acqua e, tutto sommato, le dimensioni del meandro non sembrano neanche pessime.

Pensiamo che sia una buona idea per tenere separate ed impegnate le due squadre su due fronti per ottimizzare, oltre ad una ghiotta occasione per valutare anche questo ramo che, non essendo esaltante a prima vista, correrebbe il rischio di finire nel dimenticatoio (la sua esplorazione potrebbe continuamente venire rimandata).

Poi, vedendo facendo…valuteremo più avanti se risalire anche lungo la forra principale oppure se rimandare a tempi migliori e più asciutti.

Ci salutiamo e ci dividiamo nuovamente, dandoci un appuntamento di massima circa 3 ore dopo, in un clima assolutamente positivo, ridanciano e spensierato.

Mentre io e Claudio proseguiamo nel rilievo, Laura e Gianluca portano avanti le sacche con il materiale necessario per la risalita.

In corrispondenza del ringiovanimento che pensiamo possa ricondurre al ramo Trio Medusa, ci fermiamo tutti. Gianluca con entusiasmo si organizza per l’armo, mentre io e Claudio lo assistiamo e facciamo delle riprese.

Osservo compiaciuto i progressi clamorosi di Gianluca che, in soli due anni, è migliorato davvero tantissimo anche sotto l’aspetto tecnico, visto che con sicurezza, rapidità e autonomia prepara l’armo.

Grande!

Gianluca scende i primi metri smazzettando qua e là per fare cadere alcuni sassi in bilico, pronto al lavone della cascata pochi metri sotto. Il regime idrico è come premesso superiore alla media ed è impensabile pensare di fare questa verifica senza bagnarsi…anzi, è già buono che ci siano le condizioni per poterla fare.

Vediamo Gianluca sparire pochi metri sotto dove, in corrispondenza di una cengia dove impatta la cascata, la verticale prosegue verso sinistra. Gridando nel frastuono lo invitiamo a cercare i vecchi ancoraggi ma lui sostiene di non riuscire a scorgerne.

Passano diversi minuti…niente. Vediamo la corda che si tende a più riprese, non sentiamo più nulla e persino la sua luce non si vede più…boh!

Io, Claudio e Laura cominciamo a sperare…stai a vedere che scopriamo proprio una nuova via verso un nuovo fondo…

Claudio tra i presenti è l’unico ad aver visto il ramo Trio Medusa, esplorato circa un anno fa in risalita partendo dalla Sala dei Tre Fiumi. Decide quindi, in assenza di news da Gianluca, di scendere a sua volta nel pozzo…inizialmente l’idea di farsi la doccia non lo esaltava ma a questo punto è quasi una necessità.

Io e Laura osserviamo quindi anche Claudio scendere nel pozzo per l’inevitabile lavone.

Passano ancora minuti…lunghi minuti…a sensazione direi un quarto d’ora circa…dai che si va…dai che si va…

Dopo un pò rivediamo le loro luci e capiamo che stanno risalendo dall’improvvisa tensione della corda.

Un Claudio abbastanza lavato fa capolino qualche attimo dopo dal punto d’imbocco del pozzo e, sotto ai nostri sguardi impazienti, ci comunica che…ahimè, conferma che si tratta della via di congiunzione con il ramo Trio Medusa. Hanno trovato gli ancoraggi e hanno “giuntato”, insomma non ci sono dubbi di sorta.

Beh…peccato! Ma ce lo aspettavamo, ne eravamo quasi certi. Quindi la delusione dura giusto qualche attimo, dobbiamo proseguire.

Mentre io e Claudio proseguiamo nel rilievo, Gianluca e Laura si dirigono più avanti per armare un saltino in corrispondenza di una vasca piuttosto profonda con relativa cascatella assai fastidiosa.

Quando li raggiungiamo, se ne sta occupando Gianluca che anche in questo caso fa un lavoro egregio.

Dopo un pò arriviamo nella sala “finale”, termine ultimo delle esplorazioni, con la cascata da risalire. In effetti la portata non è indifferente e la cascata fa un bel chiasso con relativi schizzi…

In realtà io e Claudio la riteniamo fattibile: certo, bisognerà stare un bel pò più spostati rispetto alla verticale in corrispondenza dell’imbocco del meandro, senza contare che la roccia è piuttosto marcia…inoltre la nebulizzazione dopo un pò risulterà fastidiosa…ma comunque più che fattibile.

Tuttavia osserviamo l’ora e dobbiamo rimanere fedeli al nostro programma che prevedeva di reincontrarci con gli altri per fare il punto. Ridendo e scherzando sono trascorse quasi 3 ore ed è il momento di tornare sui nostri passi.

Facciamo due riprese e, prima di muoverci, osserviamo compiaciuti sul tablet i dati di rilievo: oltre 150 metri nuovi!!! E chissà le novità dal ramo che stanno esplorando gli altri nel frattempo, ci diciamo.

Torniamo indietro godendoci le belle morfologie del nuovo sotto-settore di grotta che abbiamo scoperto, pensando a che cosa si celerà oltre quella cascata…

Quando arriviamo al bivio-saletta sopra Curva Salina, vediamo la corda che sale verso il nuovo meandro che nell’occasione decidiamo di chiamare “Vagone” (…). Degli altri al momento non c’è traccia, quindi pensiamo di approfittarne per fare uno spuntino in loro attesa. Sempre per prudenza in funzione anti-Covid è meglio evitare di incrociarsi mentre si va in direzioni opposte, magari in ambienti angusti. Aspettando qui non avremo problemi, la sala è sufficientemente ampia da garantire il distanziamento.

Purtroppo…speleologia ai tempi del Covid!

Dopo alcuni minuti li sentiamo arrivare.

Quando scendono ci danno buone notizie: hanno percorso ambienti nuovi, seppur strettini, per circa altri 100 metri di inesplorato. Ci raccontano di un bivio…con una diramazione che poi stringe in luoghi angusti, fangosi e “marcissimi”…ma l’altra diramazione che va, va, va avanti ancora! Ci raccontano di essersi fermati quando, ad un certo punto, da classica forra-meandro la via diventa una condotta, un freatico da percorrere gattonando. Niente di così angusto eh…larghezza 1 metro, altezza di poco inferiore. Alla base scorre dell’acqua, non molta ma nemmeno pochissima. Francesco spiega di essersi infilato in questa condotta e di aver percorso almeno 20/30 metri…e andava ancora avanti così. Girandosi non vedeva più nemmeno le luci degli altri e quindi ha preferito rientrare.

Ma la via va avanti !!!

A questo punto ci dobbiamo nuovamente dividere e riorganizzare per le attività rimaste della giornata.

Valutiamo che mentre Pannuz, Lorenzo, Gabriele e Francesco cominceranno a dirigersi verso l’uscita con calma, io e Claudio ci occuperemo del rilievo di “Vagone”, accompagnati da Gianluca e Laura curiosi come noi di vedere il nuovo rametto.

Ci salutiamo con gli altri e diamo seguito al programma.

Gianluca e Laura ci anticipano aprendo e smazzettando dove serve.

Il ramo è strutturato su frattura, transitabile ma con punti angusti “stracciatuta” da classico “su e giù” in forra. Fango? Non poco. Siamo in pieno Calcare di Moltrasio, costellato da numerosissimi noduli di selce che, puntualmente, cedono appena li tocchi.

Insomma: un posto non proprio esaltante…

Gianluca e Laura dopo aver visto il ramo ritornano sui propri passi, si prenderanno una piccola pausa nel bivio-saletta (perchè non chiamarlo “Interscambio”?) e poi cominceranno a muoversi verso l’uscita.

Io e Claudio termineremo nel frattempo il rilievo.

Abbandoniamo quindi definitivamente l’idea di attaccare la risalita più promettente di Locomotiva rimandandola alla prossima volta, l’uscita è già stata molto fruttuosa, abbiamo visto e fatto un sacco di cose ed esplorato un nuovo, ulteriore, ramo. Possiamo accontentarci per oggi.

Dopo esserci salutati con Gianluca e Laura io e Claudio procediamo con il rilievo.

La descrizione che ci hanno fatto è perfetta con quanto riscontriamo.

Dopo qualche decina di metri in effetti c’è un bivio. Proseguendo dritti si arriva a zone marcissime, con un piccolo camino impostato su frattura che stringe in ambienti assolutamente impraticabili e la condotta principale che chiude su concrezione (apparentemente: dietro alle concrezioni non si riesce a vedere bene ma è ovvio che il meandro continui, comunque in ambienti strettini). L’assenza di aria ci porta a ritenere questo ramo al momento di scarsa importanza. Tutto viene rilevato in maniera abbastanza laboriosa visti gli spazi e il fango.

Torniamo sui nostri passi e prendiamo la deviazione per l’altro ramo che decidiamo di chiamare “Tender” (è il carrello carico di carbone che sta dietro le locomotive a vapore!).

Qui l’aria si avverte in maniera più decisa. Curiosa la deviazione da Vagone a Tender, quasi ortogonale.

La progressione è comunque acida, ci ricorda altri ambienti e rami simili nel complesso, con vari passaggi di precisione (tipo “Frollohill”, che si sviluppa per 1 km in questo modo, impostato su frattura…).

Quindi anche in questo caso il rilievo si rivela dispendioso in termini di tempo, visti i numerosi tiri brevi necessari ad evitare spuntoni, noduli di selce e amenità varie.

La forra-meandro si sviluppa con poche, piccole, deviazioni finchè, in effetti, cambia la morfologia ed assume quella tipica di un freatico, a condotta. Transitabile a gattoni e con un pò di scorrimento alla base come da descrizione di Francesco.

Mi limito ad abbassarmi in corrispondenza dell’imbocco giusto per sincerarmi di come prosegue, vedo almeno una decina di metri e poi l’oscurità.

Interessante!!!!!

Da esplorare di sicuro, chi l’avrebbe mai detto? Aria, acqua, transitabile…una manna.

La prossima volta però, ora dobbiamo raggiungere gli altri.

Torniamo al bivio-saletta (Interscambio), rassettiamo il materiale, veloce spuntino e, mossi dalla curiosità, controlliamo sul nostro palmare il rilevato complessivo: oltre 270 metri, mica male!!!

Con ben due vie che ancora possono regalare…da una di sicuro (Locomotiva) ci aspettiamo emozioni…

Benissimo, possiamo cominciare a rientrare anche noi.

Sulle ali dell’entusiasmo con ritmi furibondi riusciamo a raggiungere gli altri fino al salone Krollo-Hill, ormai praticamente all’uscita. Sincronia perfetta.

All’uscita tute e attrezzi sono davvero conci ma l’animo vola alto. Sono le 23:00, circa 12 ore di grotta.

Aggiorniamo il gruppo sui buoni esiti del rilievo.

Bene! Ci sarebbe da festeggiare, purtroppo la faccenda Covid ci impone equilibrio e attenzione. Senza contare che gli orari dei locali ai tempi del Covid e dei coprifuoco non lo consentono al momento.

Nei giorni successivi è un continuo scambio di messaggi e commenti entusiastici tra i partecipanti ed i soci.

Il rilievo parla chiaro: entrambi i rami puntano verso il nulla, non c’è niente di conosciuto lungo le rispettive direttrici.

A questo punto le aspettative sono persino aumentate…

Locomotiva…a mooolto presto!!!

Maurizio