Partecipanti PS: Andrea Argenti (anche Speleo Club Orobico), Paolo Marchesini (anche Speleo Club Orobico), Gianluca Perucchini (anche Speleo CAI Lovere)

Partecipanti gruppi esterni: Ottavia Piana (Speleo CAI Lovere)

Ci incontriamo a Fonteno alle ore 7.30, convenevoli di rito e saliamo in valle confrontandoci sulle aspettative della giornata: quelle di Gianluca sono basse, non ha preso neanche la sacchetta del rilievo… L’obiettivo è la diramazione di Ululì Ululà che alle vecchie esplorazioni terminava con un salone con una o più risalite da fare; qualora non concordassimo con i precedenti esploratori, ripiegheremmo su altri progetti che abbiamo nel ramo della Giunzione.

Alle 8.20 facciamo il nostro ingresso a Nueva Vida, percorriamo il tragitto che inizia ad essere quasi familiare e in un paio d’ore siamo al bivio per Ululì Ululà; dopo una mezz’oretta cercando di stare nella parte più larga della forra, arriviamo a una sala con diversi arrivi d’acqua.

Ci guardiamo un attimo in giro e Gianluca è subito pronto col trapano in mano verso l’obiettivo più facilmente raggiungibile: una risalita di 8-10 m che si incontra immediatamente a sinistra arrivando dal meandro. Nonostante la parete non bellissima (tanto per cambiare…) in poco tempo arriva in cima e la grotta sembra proseguire.

Lo raggiungiamo e facciamo in libera un paio di saltini, mettendo poi una corda per rendere più sicura la progressione. Incontriamo già un piccolo sdoppiamento: a sinistra c’è a soffitto, alto 6-7 m un arrivo d’acqua ma molto stretto e poco interessante, a destra il meandro prosegue. Dopo pochi metri un altro bivio: a sinistra un meandro prosegue per una ventina di metri fino a diventare una stretta fessura impercorribile, senza flussi di aria ed acqua; a destra si giunge ad un’ampia sala che prosegue a mezzo di grossi salti per una trentina di metri. A questo punto una risalita di circa 10 m appoggiata e con roccia curiosamente compatta porta alla parte alta del meandro, solo Gianluca ha l’ardire di salire, e soprattutto di scendere, senza corda (ormai le abbiamo finite); purtroppo ci dà l’amara notizia della chiusura del meandro dopo altri venticinque metri.

Infine provo a sondare uno stretto cunicolo laterale visto in andata, ma prosegue stretto per qualche metro per poi restringersi ulteriormente, senza aria e senza acqua.

Le misure ovviamente sono a occhio, visto che non abbiamo strumentazione da rilievo con noi.

Torniamo indietro lasciando tutto armato per il rilievo successivo e una volta arrivati alla giunzione ne approfittiamo per disostruire ancora un paio di punti. Usciamo per le 20.40 ancora con la luce del sole.

Ottavia