Partecipanti PS: Greppi M. (Speleo CAI Lovere), Pasinelli C., Belotti A., Consoli A. (Speleo CAI Lovere), Marchesini P. (SCO), Vezzoli F. (Speleo CAI Lovere)

Partecipanti gruppi esterni: Piana O. (Speleo CAI Lovere)

Spesso si dice che “le cose un po’ improvvisate all’ultimo sono le migliori”…

L’ Operazione “Svuotavernola” direi che conferma questo luogo comune!

Il tutto nasce il Venerdì precedente 21 Ottobre quando io e Alberto Consoli ci rechiamo, accompagnati dai tecnici di Uniacque, presso la Sorgente Milesi. Il sopralluogo serve per prendere alcune misure, necessarie per l’imminente installazione di misuratore di portata per le analisi connesse al progetto 100 km di Abissi.

Appena ci incontriamo con i simpatici tecnici ci comunicano che nel chiusino posto in paese collegato alla sorgente non arriva una goccia d’acqua da mesi.

Nel percorso panoramico di accesso alla forra notiamo che il torrente è pressocchè asciutto.

A questo punto la curiosità aumenta: che situazione riscontreremo all’interno del bottino di presa?

Arrivati all’esterno c’è un silenzio irreale: sono stato in questo luogo decine di volte e solitamente è un gran scrosciare d’acqua per via dello scarico del troppo pieno nella valletta. Ora tutto tace…

Quando ci aprono ed entriamo rimaniamo ancora più sorpresi: il pavimento è completamente asciutto, secco, segno che il troppo pieno non si attiva da molto tempo; soprattutto, una volta che ci arrampichiamo per scorgere oltre al muretto, ci accorgiamo che il livello dell’acqua è molto basso (30 cm) al punto che il tubo della captazione non pesca nemmeno!!! Tra il livello dell’acqua ed il tubo ci saranno almeno 10/15 cm…

L’acqua è completamente stagnante e non arriva nemmeno una goccia.

Siamo tentati di andare a prendere la muta per verificare 30 metri più avanti la situazione al sifone ma ovviamente non ci sono le condizioni ma, quasi “stuzzicati” dai tecnici Uniacque, cominciamo a fantasticare sull’idea di tentare lo svuotamento della condotta.

I bravi speleosub Luca Pedrali e Davide Corengia 12 anni fa circa superarono con un’immersione la parte allagata e trovarono ampi ambienti aerei. Dopo il superamento di una verticale di 10 metri (con cascata) con tecniche di risalita in artificiale, proseguirono fino ad un punto in cui alcuni massi incastrati ostruivano il passaggio. Purtroppo non erano attrezzati per il superamento dell’ostacolo ed erano vincolati all’orario di rientro pattuito con noi che li attendevamo all’esterno ma a loro dire opportunamente organizzati si sarebbe potuto procedere oltre lungo una galleria che sembrava promettente. Nell’occasione ovviamente topografarono il tutto.

Troppo ghiotta l’occasione per lasciarsela sfuggire…quando ricapita un periodo così estremamente siccitoso??? Al punto da lasciare la sorgente in secca?

Così lungo il sentiero di rientro cominciamo a fare alcuni ragionamenti concreti…

Nemmeno il tempo di bersi un caffè insieme gentilmente offerto da Alberto all’interno della sua azienda e in men che non si dica stampa anche il rilievo e facciamo una stima dell’acqua contenuta all’interno (calcoliamo da un minimo di 50 ad un massimo di 100/120 metri cubi).

Scopro che un parente di Alberto dispone già di una pompa idraulica alimentata a benzina, potenzialmente in grado di aspirare fino a 60 metri cubi allora e che potrebbe prestarci tranquillamente.

Bene, interessante, in 2 ore circa potremmo svuotare…

Ci salutiamo con un reciproco impegno: io mi attivo per sentire in Uniacque se ci possono dare autorizzazione, Alberto nel frattempo sente la protezione civile di Tavernola per sentire che mezzi hanno a disposizione e se possano eventualmente offrirci assistenza anche con qualche operatore.

Faccio subito la telefonata in Uniacque sentendo due contatti e la risposta è tutt’altro che tiepida: sono disponibili a valutare la cosa senza problemi e mi faranno sapere nella giornata di Lunedì.

Spettacolo!!!

Aggiorno Alberto e in gruppo e a quel punto non resta che attendere la risposta della Società.

La settimana successiva risulterà in piuttosto concitata…

Da Uniacque abbiamo già Lunedì un ok di massima ma bisognerà poi pensare anche all’aspetto formale, con firma di manleva e assunzione di responsabilità per Progetto Sebino. Inoltre sarà da capire la modalità di accesso: saremo autonomi e ci daranno le chiavi o dovremo sempre essere accompagnati dai tecnici? Insomma, ci sono ancora molte cose da capire ma il tutto pian pianino prende forma.

Mentre Alberto tiene i contatti con la Protezione Civile di Tavernola, Corrado si ingegna a sua volta per capire come impostare il tutto e sente la Protezione Civile di Fonteno per capire se ha a disposizione pompe o generatori.

E’ una settimana di telefono rovente ma alla fine il tutto fila liscio e, mentre si delinea una bella e agguerrita squadra per il Sabato imminente, otteniamo anche l’ok da Uniacque a muoverci autonomamente con consegna delle chiavi.

Per evitare di disturbare il proprietario del terreno dal quale normalmente si accede, Alberto ottiene l’ok al transito dal terreno adiacente. Ha confidenza con il proprietario essendo di Tavernola come lui. Potremo quindi accedere e muoverci del tutto autonomamente.

Non poteva andare meglio!!! Tutti molto efficienti, in una settimana tutto è pronto: squadra, materiali e logistica!!!

29 Ottobre: Operazione SVUOTAVERNOLA

L’appuntamento è per Sabato 29 Ottobre a Tavernola.

Siamo io (Maurizio), Corrado, Alberto, Ottavia, Paolo, Federico, Andrea.

Corrado ha recuperato dalla Protezione Civile di Fonteno e da Orobie soccorso un generatore e due pompe elettriche ad immersione, Alberto ha con sé la pompa prevista oltre ad un buon numero di vari tronconi di tubi corrugati di vario diametro e lunghezza.

Il trasporto dei materiali fino alla sorgente è un po’ faticoso (generatore, 3 pompe, manichette, cassetta attrezzi, tubi, tanica di benzina di scorta, materiali personali, ecc.) ma riesce senza intoppi e verso le 9:30 siamo già operativi all’interno del bottino di presa dove, purtroppo, abbiamo un’amara sorpresa: il temporale della settimana precedente (notte tra il 22 ed il 23 Ottobre) ha riattivato la sorgente…il livello dell’acqua si è alzato di circa 20 cm ed ora il tubo della captazione raccoglie un po’ del prezioso fluido !!!

Questo complica non poco le cose: eravamo convinti di andare a svuotare un sifone non alimentato e già mezzo vuoto!!!

L’acqua in arrivo viene stimata in circa 1 l/s o massimo 2 l/s.

Non ci perdiamo d’animo e attiviamo comunque la macchina, con Corrado che come sempre in queste occasioni tira fuori il meglio di sé coordinando il tutto con efficacia e capacità non comuni. Il tutto con un lieve infortunio ad un dito della mano, bendato e incerottato.

Andrea e Ottavia indossano la muta e vanno all’interno per il sostegno alle operazioni; Corrado si piazza appena al di là del muretto; infine mentre gli altri 4 fanno da assistenza esterna portando il materiale eventualmente necessario ai 3 all’interno, attivando pompe e generatore, ecc.

Posizioniamo la pompa appena fuori dalla botola di accesso e, dopo alcuni tentativi, riusciamo a gestire correttamente il tubo corrugato, riempiendolo completamente di acqua per poi consentirne l’innesco. A quel punto accendiamo la pompa e…ci godiamo lo spettacolo!!!

Dopo circa un quarto d’ora andiamo a controllare all’interno: funziona !!! Il livello è già sceso visibilmente, oltre 5 cm!!!

Non resta che aspettare, poi appena il livello sarà sufficientemente basso potremo dedicarci allo svuotamente del sifone vero e proprio (- 4 m) a circa 30 m più avanti, non senza incognite o variabili ma ovviamente fiduciosi.

Dopo meno di 2 ore il livello è circa 15 cm, si può accedere comodamente per lo spostamento dei tubi all’interno del sifone.

La cosa non è per nulla semplice, soprattutto risulta complicato cercare di fare uscire tutte le sacche d’aria presenti riempiendolo con acqua utilizzando una delle 2 pompe ad immersione alimentata con generatore.

Dopo alcuni tentativi di innesco non andati a buon fine capiamo che il problema è anche dovuto all’insufficiente lunghezza del tubo che è meglio immergere davvero a fondo.

Mentre abbiamo alcuni problemi tecnici con la pompa (il cui cordino di accensione si strappa per 2 volte) vengono giuntati 3 tubi innestando quelli di diametro più piccolo all’interno dei tronconi più larghi e rifinendo il tutto con abbondante nastro adesivo.

Niente da fare, non riusciamo ad innescare il tubo, se non per pochi secondi: sicuramente dalle giunture tra i tronconi di tubi aspira aria e questo compromette tutto il marchingegno…inoltre la pompa fatica ad aspirare un volume d’acqua non indifferente contenuto in una porzione di tubo così lunga (30 m).

Allora ci viene una intuizione: spostare la pompa più in basso, in corrispondenza dell’uscita del troppo pieno alcuni metri più in basso (circa 3). Questo sicuramente migliorerà le cose: si potrà sfruttare la caduta dell’acqua che, anziché dover essere aspirata 2 metri più in alto fino alla pompa per poi essere riversata in valletta, dovrà ora superare solo il muretto della captazione. Il tubo viene infatti infilato direttamente nella fessura del troppo pieno. Un deciso miglioramento che sicuramente faciliterà anche il compito della pompa.

Ma nel frattempo ovviamente il livello è nuovamente risalito…

Spostiamo il tutto, riempiamo il tubo e proviamo.

La speranza è che, con un po’ di fortuna, una volta innescato non sia nemmeno più necessario l’ausilio della pompa, un po’ come con i tubi installati in corrispondenza di alcuni pozzi con cascata nel complesso Bueno Fonteno-Nueva Vida (installazioni tutte a firma Corrado!).

In tal caso potremmo anche andarcene e tornare l’indomani, con il sifone praticamente svuotato, per proseguire le esplorazioni.

E con una piccola squadra di volontari della protezione civile pronta a supportarci, munita di altre pompe e di generatore anche più potente.

Tra funambolici tentativi e grasse risate che non mancano, il tempo passa ma i tentativi non riescono: il tubo si innesca ma dopo pochi 10/15 secondi l’aspirazione termina.

Probabilmente il problema è sempre quello: dalle giunture filtra aria e inoltre in corrispondenza della fessura del troppo pieno fa una piccola piega che ostacola il flusso con la formazione di bolle d’aria.

Sono ormai le 16:00 e capiamo che per oggi può bastare: il livello della condotta iniziale è tornato quasi ai livelli mattutini e ad ogni modo l’attrezzatura che abbiamo con noi non è sufficiente per l’arduo compito.

Quindi anche tornare l’indomani sarebbe del tutto inutile: dovremmo ricominciare quasi da capo e anche le pompe in dotazione alla protezione civile di Tavernola sono uguali a quella di Alberto.

Bisognerà proprio studiare dell’altro.

Senza contare che se anche riuscissimo bisognerebbe tentare l’esplorazione in notturna, cosa che richiederebbe comunque la presenza di soci all’esterno per garantire il continuo funzionamento della pompa e per qualsiasi evenienza.

Al momento possiamo archiviare questa esperienza come un esperimento riuscito solo in parte ma molto divertente e tecnicamente istruttivo: abbiamo già capito, dopo confronti con altri esperti utilizzatori di pompe e alcuni veloci approfondimenti, che cosa ci serve in quanto a materiali e come allestire il tutto. Insomma, ora abbiamo davvero le idee chiare.

Uniacque è già al corrente della nostra volontà di ritentare alla prima occasione e ci supporterà nuovamente, così come le 2 squadre della Protezione Civile di Fonteno e Tavernola, con relativi uomini e mezzi.

Si tratterà solo di aspettare un periodo nuovamente siccitoso in modo che la portata interna sia nulla o molto scarsa come in questa occasione e, ne siamo convinti, la cosa è fattibile.

Gran bella giornata e…a presto Sorgente Milesi!

Maurizio