Il biennio 2017-2018 segna un importante cambio di passo per Progetto Sebino.
Hanno preso avvio le attività di studio e ricerca del progetto “100 km di Abissi”, la cui genesi prende origine come spin-off di un progetto di ricerca elaborato e sottoposto ai bandi di finanziamento Cariplo negli anni 2015 e 2016 e purtroppo non selezionato. Originariamente si chiamava “Water, Caves and Land management: research on the protection and conservation of karstic aquifers in the Western Sebino Basin” Le idee in esso contenute colpirono il Lions Club Valcalepio e Valcavallina, storico ente sostenitore di Progetto Sebino, che scelse di promuoverlo proponendo un nuovo e più immediato nome e venne immediatamente accolto con favore da Uniacque SpA che dal 2017 ha stanziato cospicui finanziamenti per l’associazione di ricerca speleologica.
Così, con “100 km di Abissi” prende avvio una fase nuova per la speleologia bergamasca e, forse, per la Speleologia tutta.
Infatti, gli speleologi prendono parte ad un approfondito studio scientifico, per la prima volta svolgendo un ruolo di coordinamento e collaborando alla pari con le altre discipline scientifiche e tecniche con le quali sono storicamente collegate.
Il connubio tra speleologia e le altre discipline geologiche con le quali tipicamente quest’ultima si interfaccia, sperimenta nuovi livelli di integrazione all’interno dei quali gli speleologi di Progetto Sebino diventano dei veri e propri “professionisti del sottosuolo”, che affiancano le proprie competenze nella progressione, nella descrizione e nello studio del mondo ipogeo, alle competenze proprie della disciplina geologica, , nella continua azione di sensibilizzare le istituzioni sull’importanza della disciplina speleologica.
Il risultato è un’attività complessa, connotata da un approccio scientifico multidisciplinare, grazie al quale si possono restituire informazioni estremamente significative con ricadute importanti sugli amministratori e sulle comunità locali.
Progetto Sebino porta avanti questa ricerca in forza di una più che consolidato rapporto di collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia, che prende parte alla ricerca mettendo a disposizione le proprie conoscenze altamente specialistiche nel campo dell’idrogeologia per supportare e coordinare le attività di studio del complicato sistema carsico Bueno Fonteno – Nueva Vida.
L’obiettivo ultimo di questo ambizioso progetto consiste nel definire dapprima le potenzialità idriche del sistema carsico, intese come stime approfondite dell’acqua che viene raccolta, veicolata e restituita dal sistema, per arrivare alla definizione di un bilancio idrogeologico. Tutto ciò attraverso l’individuazione delle sorgenti che dal sistema sono alimentate, attraverso la misura delle portate dei corsi d’acqua che scorrono nel reticolo di grotte, e attraverso la descrizione e l’analisi dei regimi idrici. Infatti, già nel 2011 si era scoperto che le acque dell’allora Bueno Fonteno è connesso con alcune sorgenti localizzate sul versante del lago di Iseo e che il bacino idrogeologico coinvolto potesse essere esteso in tutto il massiccio montuoso che separa il lago di Iseo dal lago di Endine, su di un’area complessiva di circa 100 chilometri quadrati.
Il sistema carsico Bueno Fonteno Nueva Vida è collegato con due sorgenti poste sui due versanti idrografici del Sebino Occidentale. DA qualche parte, nella parte di sistema che ancora non conosciamo, le acque che circolano dentro i monti prendono vie diverse che le portano o al lago di Iseo (verso Tavernola Bergamasca – BG) nel bacino del lago di Endine (verso Grone – BG). La linea tratteggiata rappresenta la grande struttura geologica che, estendendosi proprio tra Tavernola e Grone, influisce sulla circolazione sotterranea.
I risultati della prima fase del progetto sono già più che significativi: infatti, le misure di portata condotte tra il 2017 e il 2018 internamente a Bueno Fonteno consentono di quantificare quanta acqua scorre all’interno della parte nota di sistema, nei rami Hydrospeed e Principale scorrono due “fiumi” in miniatura, infatti, la presenza di acqua è stata costante durante tutto l’anno, e il regime idrico può essere considerato perenne.
La novità più clamorosa è però rappresentata dagli esiti dei tracciamenti idrologici condotti nella estate 2018. Le operazioni di colorazione delle acque di Hydrospeed hanno consentito di scoprire la inedita connessione del sistema con la sorgente Acquasparsa, in comune di Grone, sul lato occidentale del massiccio del Sebino. La scoperta conferma quella che dal 2011 era un’ipotesi ma soprattutto una speranza perché, la connessione con entrambe le valli comporta la presenza di un unico bacino di raccolta che coinvolge davvero tutto il Sebino occidentale che si estende davvero su circa 100 kmq (di abissi!!!).
Lo stimolo di questa ricerca scientifica ha infine fatto da volano per le attività speleologiche pure, infatti, grazie all’ingresso in Progetto Sebino di nuove e scatenate risorse e grazie all’avvio di nuove modalità di collaborazione, si sono avviate ricerche esplorative sia dentro che fuori, ma questa è un’altra storia….